UN PARCO URBANO PER LA CITTA’ DI MAZARA DEL VALLO

MAZARA DEL VALLO

 

 

Mazara 800-900, Edizioni Mazzotta

MIRAGLIANO

 

“La progettazione di un parco urbano può essere intesa come uno dei migliori metodi finalizzati alla riqualificazione, valorizzazione, risanamento e connessione di spazi aperti scaturiti da approcci naturali, storici e culturali”.

1Mazara del Vallo, sede di una delle più grandi marinerie pescherecce d’Italia, grazie alla sua collocazione geografica, sin dal tempo dei Fenici è stata approdo e culla di diverse civiltà. Alla foce del Mazaro sorgeva uno dei quattro empori appartenenti a Selinunte, rilevante soprattutto per l’aspetto commerciale e militare. Partì proprio da Mazara nell’827 la conquista musulmana della Sicilia, gli invasori conquistarono la città e dettero al fiume il nome di Mazar. Da piccolo villaggio diventò una realtà ben più grande e consolidata, il porto rifiorì e dette nuova linfa allo sviluppo delle attività economiche e commerciali. Lo splendore della città musulmana si conservò anche dopo la conquista normanna avvenuta nel

1072 da parte del Conte Ruggero, 2Mazara venne cinta da mura alte e spesse, nelle quali si aprivano le quattro porte della città e venne eretto all’interno del tessuto cittadino un castello nel cui sito oggi è presente la Villa Comunale “Iolanda”. Poco distante dal castello venne realizzata la Cattedrale, grandemente trasformata secondo i futuri intendimenti artistici barocchi. Nei secoli successivi (700, 800) le trasformazioni urbane conferiscono un aspetto definitivo di città barocca immersa in una morfologia islamica.

 

Verso metà dell’800 sorgono i primi insediamenti al di fuori il perimetro delle mura, lungo le tre direttrici di Marsala, Salemi e Castelvetrano; la cinta difensiva viene abbattuta e venduti i lotti ricavati dal suo tracciato. Anche il castello subisce lo stesso trattamento, viene demolito conservandone soltanto un rudere. L’espansione extra moena avviene secondo un sistema di lottizzazioni a blocchi su maglie stradali regolari, vengono urbanizzate le aree a nord e a est. Verso il 1950 anche le sponde occidentali del Mazara cominciano il loro processo di urbanizzazione in connessione allo sviluppo della cantieristica navale e all’utilizzazione del fiume come rifugio per le marineria peschereccia.

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PERIODIZZAZIONE MAZARA DEL VALLO DAL 1863 AL 2007

A partire dagli anni 70 la pratica dell’abusivismo edilizio diventa galoppante, ogni logica di pianificazione viene oscurata. La città cresce nel caos con un’urbanizzazione a pioggia, negli anni 60′ l’unico tentativo di pianificazione era stato fatto dal Prof. Caracciolo, a cui era stata commissionata la redazione del P.R.G., piano che risulta essere stato realizzato ma mai adottato. Bisogna aspettare il 1969, quando l’Ing. Mastrolilli presenta il Programma di Fabbricazione approvato lo stesso anno. Nel 1972 si cerca di modificarlo con una variante, ma la delibera no va in porto. Nel frattempo era in corso il Piano Urbanistico Comprensoriale voluto dopo il terremoto della Valle del Belice nel 68, Mazara fu inserita nel comprensorio insieme ai comuni di Salemi, Vita e Marsala, il P.U.C. diventò effettivo nel 1977. La redazione del PRG vigente viene affidata all’Ing. Di Cristina nel 1988, lo strumento di pianificazione però diventò effettivo solo nel 2003.

SCHEMA SINTETICO DEGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA MAZARA DEL VALLO

Tra le varie previsioni di piano, ai fini del mio progetto di tesi nato da una esperienza di tirocinio svolta presso il Settore di Pianificazione Urbanistica del Comune di Mazara del Vallo, affiancato dell’Arch. Giovanni Giammarinaro e il Geom. Vito Giacalone quelle ritenuta più interessante riguardava l’individuazione delle aree adibite a parchi urbani.

LA PIANIFICAZIONE DELL’AREA DEL FIUME A NORD DEL PONTE DEL TRANSMAZARO

Ad oggi nella città di Mazara Del Vallo non esiste nessuna area adibita a parco urbano realizzata. Osservando ogni atto di pianificazione pocanzi citato, dal PRG di Caracciolo e quello di U. Di Cristina, è da notare la costante volontà di destinare l’area della contrada di Miragliano a parco urbano (non per nulla luogo considerato fino agli anni ’60 di rilevante importanza per la tradizione e il folclore popolare).

http://pinum.blogspot.it/2008_11_01_archive.htm

Questa realizzazione concretizzerebbe l’intreccio tra il perduto valore storico e la costante destinazione urbanistica, oltre ad essere considerata una forte opportunità per tutta la città, potrebbe rispecchiare quell’ esigenza di compattezza di cui questa parte periferica di città necessiterebbe, un vero e proprio filtro tra città e campagna, una zona cuscinetto per un’eventuale idea progettuale di più grandi dimensioni, quale quella ad esempio di un vero e proprio parco fluviale del Mazaro.

 

Il lavoro di tesi mira alla realizzazione degli indirizzi riconducibili alla perimetrazione della zona F5, il parco urbano è una delle migliori soluzioni per la riqualificazione dell’ultimo tratto del fiume Mazaro e delle relative sponde e terrazze fluviali, le quali delimitano morfologicamente il canyon scavato negli anni dalla forza torrentizia di questo corso d’acqua.

Un primo punto focale è l’organizzazione del parco in base alle modalità di accesso permesse, ovvero tramite mezzi pubblici e vie ciclopedonali. Partendo dalla foce del fiume sono state sfruttate per la realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili le banchine portuali già esistenti. Questi percorsi insieme alle vie fluviale risultano essere per eccellenza gli ingressi principali del parco.

Diapositiva1STATO DI FATTO TAV.1

L’esistenza di edifici scolastici limitrofi all’area di studio è stata determinante per l’individuazione di alcune attività volute all’interno del parco. Nei pressi di un piccola rimessa nautica e in prossimità di una passerella fluviale realizzata per rimarcare l’antico attraversamento del ponte “austriaco”, viene organizzata un’area adibita a fattoria didattica. Questa attività educativa si propone di diffondere alle scolaresche o a qualsiasi altro ospite, delle conoscenze basate sulle attività svolte in fattoria, si impegna sulla coltivazione di prodotti tipici ed altre attività    agricole come ad esempio la raccolta ortofrutticola. La sistemazione della trama rispecchia sia la morfologia dei luoghi che l’eredità geometrica del Giardino dell’Emiro, la fattoria si apre in maniera diretta verso l’Ipogeo sull’altra sponda con una scalinata.

Andando oltre, il percorso ciclopedonale si incrocia con il percorso proveniente dalla scuola G. Grassa, il loro continuo segue il vecchio tracciato della strada Regia Trazzera per Marsala. Per agevolare gli accessi ad piccolo agglomerato urbano viene prevista una strada secondaria limitrofa al percorso ciclopedonale. Proseguendo si ha accesso alla prima terrazza fluviale, dove all’interno vengono previsti una serie di percorsi ortogonali alberati.

 

LE TERRAZZE FLUVIALI TAV.5PROGETTO TAV.5 “LE TERRAZZE FLUVIALI”

Questa prima terrazza è divisa dalla seconda a causa della linea ferrata. La ferrovia costituisce una vera e propria barriera per i collegamenti interni del parco. Di fronte tale problema è stata ideata una soluzione dal duplice aspetto, ovvero: la realizzazione di una seconda stazione ferroviaria rialzata, munita di scalinate grazie alle quali è possibile varcare la linea ferrata. La possibilità del ciclopedonale di accedere alla terza terrazza fluviale è data dall’istallazione di una passerella che sfrutta come sostegno il ponte ferroviario esistente. In prossimità dell’incrocio tra la ferrovia e la via Carige (resa pedonale per le finalità del progetto) viene riqualificata un’area sportiva e il presente orto botanico (realizzato in parte e in stato di abbandono) riqualificato inglobato nel parco perché idoneo agli indirizzi di progetto della tesi.

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